Marocco

Uno di quei paesi che…si ama o si odia!

Dunque partiamo da principio: avevo deciso di suddividere questo viaggio di 3 mesi (da giugno ad agosto) in due momenti, il primo mese e mezzo in stile prettamente turistico visitando le città principali, e il resto in totale relax. Non starò a raccontarvi le bellezze che il Marocco ha da offrire, queste più o meno le conosciamo tutti, ma vorrei condividere con voi le mie esperienze, quelle che hanno proprio lasciato il segno! Dunque, come già accennato, nella prima parte del viaggio ho visitato le città più rinomate, partendo da Marrakesh e soggiornando di volta in volta in appartamento per qualche giorno. Ed è proprio qui la nota dolente: mi sono ritrovata a soggiornare in alloggi talmente sporchi da mettersi le mani nei capelli! Inutile raccontarvi i fiumi di messaggi inviati all’assistenza di Airbnb… ma la volta più drammatica è stata quando sono letteralmente fuggita a gambe levate non appena il proprietario di casa mi aveva mostrato l’appartamento. Per mia fortuna, ho un alto spirito di adattamento e di sopportazione, nonostante disordine e sporco mi facciano andare il sangue al cervello, ma quella situazione era troppo anche per me! Ma passiamo alla seconda nota dolente: Eid Al Adh, una festività di tre giorni che si celebra a giugno. Detta “Festa del Sacrificio”, è possibile paragonarla alla nostra Pasqua, dove per tradizione vengono uccisi gli agnelli, con la differenza che qui è tutto alla luce del sole. La festa si svolge in modo decisamente singolare, ma non me la sento di scendere nei particolari per non urtare la sensibilità di chi legge e per non suscitare pregiudizi verso questa tradizione. Sono stati giorni difficili da affrontare ma bisogna accettare il fatto che esistono culture diverse dalle nostre e adattarsi ad ogni situazione...anche questo fa parte del viaggio! Durante il periodo dei vari spostamenti di città in città, una delle cose che mi ha letteralmente lasciata a bocca aperta è stata l’architettura marocchina: colori finemente abbinati, decorazioni complesse, materiali pregiati…è tutto così armonioso, impossibile non restarne affascinati! E i luoghi di culto come moschee e madrase trasmettono proprio quell’atmosfera di pace e tranquillità tipica dei momenti di raccolta in preghiera. In particolar modo la moschea di Casablanca, una delle poche al mondo visitabile dai non musulmani, mi ha davvero colpita: con la sua maestosità e i colori eleganti, è di una bellezza indescrivibile.

Dopo questo primo periodo da “nomade”, mi sono stabilizzata in un bellissimo e confortevole appartamento di un mio amico marocchino, in un paesino vicino al mare assolutamente non turistico, infatti ero l’unica turista che non dava nell’occhio solo per la fisionomia e il colore della pelle, ma anche perché ero una delle poche donne (se non l’unica) con spalle, gambe e capelli scoperti. Non posso nascondere che questo mi faceva sentire un po’ a disagio, considerando anche il fatto che alcune donne indossano il burqa (a volte guanti inclusi) e il burkini in spiaggia. Qui sono stata coccolata dalla famiglia del mio amico, facendomi trovare il frigorifero pieno di frutta e verdura, e portandomi qualche volta la tajine per cena e altre delizie! Quanta ospitalità! Ma questa non è stata l’unica occasione, infatti, quando sono andata a conoscere i suoi familiari, mi sono ritrovata a condividere il momento di “quattro chiacchiere in famiglia” con l’immancabile thè alla menta, frutta secca e biscotti, senza però ahimè capire mezza parola…ovvio, non conosco l’arabo! Al che abbiamo usato un traduttore più che simultaneo: ho chiamato direttamente il mio amico!

Tornando al periodo di relax, mi sono goduta un mese e mezzo di “vita da spiaggia” e, mentre si moriva di caldo in altre zone del Marocco (ricordo che a Meknes l’auto segnava 53°!!), qui la temperatura era perfetta, primaverile…una pacchia assurda fino alla fine di agosto!

Sono stati tre mesi lunghi e intensi, e le differenze culturali, nonché il forte contrasto tra le innumerevoli opere sfarzose e la noncuranza degli ambienti di vita quotidiana, mi hanno portata a fare spesso profonde riflessioni, dovendo frenare i giudizi che, vuoi o non vuoi, spesso si intrufolano. Ma cerco sempre di tenere a mente una cosa che sembra quasi scontata: ma se fossimo tutti uguali, non sarebbe……noioso??!! Anche se queste diversità nascondono tanti lati negativi, ce ne sono altrettanti positivi, sta solo a noi la capacità di vederli!

E ora concludiamo con qualche dritta per un viaggio in Marocco:

  • vi sconsiglio di alloggiare vicino ad una moschea se non volete essere svegliati prima dell’alba per via del richiamo alla preghiera tramite altoparlanti. Ebbene sì, mi è capitato anche questo…

  • la parola d’ordine durante lo shopping è contrattare! Fa parte della cultura marocchina, quindi non sentitevi in imbarazzo e abbassate il prezzo (sempre con grande rispetto, mi raccomando), altrimenti i venditori ci rimarranno male se non fate nemmeno un tentativo!

  • ai marocchini non piace essere fotografati, e leggendo qualche blog, so che possono diventare aggressivi o chiedono di cancellare la foto. Quindi prestate attenzione, o chiedete il permesso. Ovviamente aspettatevi un NO, oppure che vi venga richiesta qualche moneta in cambio;

  • attenzione alla medina di Fes, è davvero un labirinto come si dice! Se non riuscite ad uscire, purtroppo il navigatore non può venirvi in aiuto in quanto non funziona correttamente, quindi l’unico modo è chiedere a qualche passante di accompagnarvi, ovviamente dietro compenso. Purtroppo io ho dovuto pagare ben 4 persone per riuscire in questa impresa, con uno ci ho addirittura discusso perché voleva più soldi di quelli che gli stavo offrendo (gli ultimi spiccioli)! Per evitare di trovarsi in situazioni del genere, consiglio vivamente di rivolgervi ad una guida, il tour risulterà di certo anche molto più interessante e divertente!

  • girate sempre con qualche moneta in tasca, chiedono una mancia per qualsiasi cosa! A proposito, non cascate nel tranello “ti accompagno io” quando vedono che avete difficoltà ad orientarvi: vi condurranno prima in qualche negozio per indurvi a fare acquisti, per poi arrivare nel posto richiesto!

  • qui, come nel resto del mondo, ci si imbatte spesso in bambini che si avvicinano per chiedere della moneta: dal momento che non voglio incentivare questo tipo di sfruttamento, andavo in giro con qualche merendina in borsa...vedere i sorrisi e lo stupore sui loro volti era emozionante! In alternativa, si può entrare in un negozio di alimentari, bar, gelateria, per fargli scegliere ciò che preferiscono.